Un buon giornalista deve saper far tutto | #MasterGiornalismoEidos Weekend 7

Settimo appuntamento con il Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo. In questo weekend le lezioni si sono spostate presso la sede romana dell’emittente televisiva Retesole, dove i nostri allievi hanno scoperto tutti i segreti per confezionare un servizio di qualità per un Tg. Ce lo racconta la nostra tutor Lisa Halfon.

di LISA HALFON*

Il settimo appuntamento della 28esima edizione del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo Eidos è molto intenso, e inizia nella sede di Rete Sole per scoprire i retroscena delle riprese e del montaggio che definiscono l’“humus” di un servizio giornalistico ottimale.

La macchina da presa

Ogni macchina da presa ha diverse caratteristiche e queste ne definiscono l’uso e le funzioni specifiche. Può capitare che, a seconda della macchina usata, i pulsanti del fuoco e del diaframma siano localizzati in posizioni diverse. Tuttavia il pulsante di REC (per la registrazione) si troverà sempre sotto il palmo della mano per permettere all’operatore di avviare facilmente la ripresa video.

Emanuela Imperi, la responsabile della parte tecnica, è molto chiara nel dirci che quando saremo chiamati per fare l“uscita” per il nostro servizio, la borsa in cui si troverà il “kit di sopravvivenza” dovrà essere completa. Altrimenti la riuscita personale e la resa del servizio potrebbero soffrirne. Quindi, prima di uscire dall’ufficio dobbiamo controllare di avere: 

  • 2 batterie per la telecamera 
  • 4 batterie stilo 
  • 1 cassetta pulisci testine 
  • 1 cassetta di emergenza

Come fare una ripresa video di qualità

Ovviamente la varietà delle riprese deve essere anche sinonimo di qualità, proprio per permettere ad un Tg ‘x’ di differenziarsi da un altro gemello, mandato in onda da altri emittenti televisive. Senza omettere l’importanza di avere un self appeal in più rispetto ai colleghi di altre testate:-)

È molto importante tenere conto della luce. Essa varia a seconda che ci si trovi all’esterno o all’interno. Un buon metodo per capire la tipologia di luce presente sul luogo in cui avvengono le riprese, è mettere un foglio bianco di fronte all’obiettivo, trovandosi al di sotto della luce madre.  Noi ci immaginiamo già con la nostra telecamera sulla spalla, lavorando per cercare di cogliere le emozioni e le sfumature presenti nelle scene che dall’esterno vorremmo rendere a chi segue il Tg. Attenzione, sacrificio, umiltà e perseveranza fanno la differenza, anche nelle riprese. Mi vengono in mente le parole di Michele Ruschioni, durante la lezione di teoria e tecniche di ripresa

Diventare giornalista

Il mio gruppo (siamo stati divisi in due “fazioni” per ottimizzare il tempo e le risorse didattiche) ha appuntamento con Marco Finelli, caporedattore di Rete Sole che inizia un briefing sul tema del colloquio e dell’atteggiamento da avere mentre l’aspirante giornalista è alla ricerca di un lavoro.

Se oltre che a saper scrivere, si è capaci di montare i nostri servizi avremo certamente maggiori possibilità di assunzione! Ciò che abbiamo fatto a Rete Sole nella prima parte della giornata me ne ha dato la prova. Abbiamo avuto l’opportunità di lanciare un servizio di fronte alla telecamera! Abbiamo avuto tempo per preparaci il discorso e, anche se le parole e le idee erano le nostre, l’emozione ci ha messo il becco, lasciando trasparire nel video mani tremolanti e voce un po’ a singhiozzo. Alcuni sono stati davvero bravi, precisi, chiari nel parlare e capaci di mantenere una postura che non ammetteva critiche. Altri invece (e mi ci metto in mezzo!) sono partiti abbastanza sicuri per poi farsi fregare da una parola o congiunzione omessa dalla scaletta iniziale. Un tuffo nel solito bicchier d’acqua! Ho imparato che è meglio essere spontanei, e avere in mente le parole chiave del discorso. La sicurezza si acquisterà con la pratica, e i consigli dei nostri docenti.

Come preparare un servizio per il TG

Marco Finelli ci invita a scrivere il nostro pezzo dell’esercitazione in programma, pensando che in un servizio occorre seguire la regola anglosassone delle 5 W

  1. WHO: soggetto 
  2. WHAT: argomento 
  3. WHEN: tempo storico 
  4. WHERE: luogo dove è avvenuto il fatto 
  5. WHY: fattore che differenzia il tuo lavoro dal resto; dove conta molto arrivare prima di altri.

Fra l’altro la nostra capacità creativa deve tenere conto anche della linea editoriale del luogo in cui lavoreremo… Quest’ultima potrà avere un peso importante nella stesura di un’articolo. Per capire meglio come si articola la struttura piramidale di un giornale dobbiamo sapere che l’editore può avere due sfaccettature: essere puro o impuro.

Il primo si occupa esclusivamente di editoria, e trae unicamente da essa la sua fonte di guadagno, mentre invece il secondo si occupa anche di altro, e spesso le numerose attività che gestisce possono comportare poi un conflitto di interessi se si è in possesso di mezzi legati alla comunicazione mediatica. Un esempio diretto lo si può vedere nelle figure di Silvio Berlusconi e dell’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone.

Com’è formata la redazione di un giornale

Nel mondo dell’editoria ci sono diverse figure professionali, e si trovano in posizione piramidale: 

  1. Editore: non si vede mai, ma regola dall’“alto” della sua figura l’equilibrio nella redazione. 
  2. Direttore responsabile: sceglie la linea editoriale. Passa molto tempo al di fuori dell’azienda per la creazione di alleanze economiche ed instaura legami con possibili finanziatori. Firma tutti i contenuti delle testate. È il responsabile legale di ciò che accade nel giornale. 
  3. Direttore editoriale: determina la linea della testata; questa figura non è sempre presente. 
  4. Caporedattore: conosce molto bene le potenzialità dei dipendenti della testata; gestisce la forza lavoro, accorda permessi e ferie, e si occupa della gestione dei loro turni. 
  5. Caposervizio: è la figura del capo cronaca, ma oggi tende a sparire dai piccoli giornale. 
  6. Collaboratore: è il giornalista che scrive una tantum, e può avere una piccola retribuzione. 
  7. Project Work / Stage: aspiranti giornalisti in formazione sul campo.

Ora abbiamo le idee più chiare. Per ora siamo determinati a diventare almeno collaboratori, più che altro per avere la soddisfazione di pagarci il biglietto del treno nel corso delle nostre molteplici esperienze legate all’inseguimento del nostro sogno. L’obiettivo è risalire le formative “vie” dei project work per arrivare all’apice del monte: essere veri giornalisti!

Scrivere un articolo

Il mio gruppo inizia la sua seconda parte del weekend di lezione in una mattinata di sole e di calda atmosfera romana nella sede di Eidos Communication, con Flavio Haver, caposervizio della cronaca nera al Corriere della Sera. Oggi parliamo di scrittura giornalistica e delle sue caratteristiche a seconda del tipo di notizia

La presa visione delle notizie online sta aumentando la sua portata. Ed è anche per questo motivo che esse devono essere costantemente modificate, e corredate da foto (possibilmente inedite). Ok, tutto torna, pensiamo insieme a quanto visto e appreso ieri a Rete Sole.

Se la foto che si ha disposizione è evocativa, le righe di testo non devono poi dire molto. Tutto sta nel trovare un equilibrio fra immagine, parola, e immediatezza nel mettere subito la notizia online o nel creare velocemente il servizio da mandare in onda.

Le riflessioni legate alla vicenda, portate avanti dal giornalista e dal suo sesto senso (non meno della logica formale) sono molto importanti, e devono poter essere comprese con chiarezza dal lettore.

Del resto, fare il giornalista significa mantenere alta la curiosità per gli eventi e i personaggi coinvolti nelle vicende. Bisogna fare molta attenzione ai dettagli, perché possono offrire uno spunto per elaborare delle ipotesi che faranno poi la differenza.

In più è la stessa ipotesi (non ancorata a un fatto oggettivo) a doversi esplicitare nel titolo stesso, perché esso offre già l’idea di un possibile movente. Il titolo si forza sempre, ma deve mantenere il suo legame con ciò che si descrive nell’articolo.

Dalle parole di Flavio Haver traspare che il Lead dovrà essere definito anche secondo le ipotesi  del giornalista che lo elabora, articolandosi secondo la tripartizione di: attacco, ipotesi e fatto. Nel Lead ci sono le informazioni principali dell’evento. Queste devono essere esplicitate, e sviluppate secondo una consecutio temporum. Un giornalista sa molto bene che quest’ultima dipende non solo dalle fonti, ma anche dai comunicati stampa che pervengono in redazione, nonché dalle variabili legate all’importanza del soggetto protagonista dell’evento descritto.

Come realizzare un’intervista di qualità

Siamo già arrivati al pomeriggio, e incontriamo Franco Fracassi che occupandosi di giornalismo d’inchiesta è la persona ideale per insegnarci i segreti delle tecniche giornalistiche legati alla creazione di un’intervista ottimale!

Fracassi ci dice subito che un’intervista può essere fatta con diversi mezzi, sia che si svolga in diretta o che sia registrata. A seconda della situazione bisognerà agire in modo diverso. Nel momento in cui s’interroga qualcuno è importante sapere il ‘cosa’ e il ‘come’, ovvero le modalità di domande con cui si vuole iniziare l’intervista. È importante lo studio e la preparazione sull’argomento e sul personaggio che avremo di fronte.

Bisognerà avere familiarità con il protagonista, capire se ha già rilasciato interviste specifiche, e come queste siano state svolte dai colleghi. Vale anche la regola nel caso in cui il giornalista non disponga di fonti attendibili, possa affidarsi all’istinto e alla sua autentica curiosità.

Esistendo diverse tipologie di personaggi, l’ascolto deve essere attento, presente, attivo e non deve perdere mai il focus sulla persona che si ha di fronte. L’ascolto è un elemento di fondamentale importanza perché da informazioni su chi è l’intervistato. E suggerisce domande non previste, evidenziando i “punti deboli” del soggetto, che possono suggerire futuri approfondimenti.

Il protagonista dell’intervista deve avere chiara la situazione che andrà a crearsi intorno a lui. Il giornalista (di solito) provvede a dargli le istruzioni da seguire di fronte alla macchina da presa, e sceglie le domande e inquadrature che si preferisce adottare nel corso del servizio.

Se si desidera una risposta netta e precisa, la domanda dovrà essere a sua volta tale; settoriale. Così come nel momento in cui non si conosce molto bene l’intervistato, è meglio fare delle domande generiche che possano permettergli di aprirsi e di parlare il più possibile.

La postura mantenuta dal giornalista è di grande importanza. Non deve apparire né troppo rilassato, né teso come una corda di violino. Schiena dritta e padronanza di sé accompagnano l’atto di guardare negli occhi l’intervistato negli occhi, non perdendo(si) mai il suo sguardo.

Ci sono cinque tipi di interviste:

  1. Interviste con storie raccontata da qualcuno: il giornalista lascia parlare l’altro. 
  2. Interviste per dare spiegazioni (specifiche) su un evento: il giornalista deve essere capace di ricorrere alla sintesi in caso vi siano troppi tecnicismi. È possibile a ricorrere a domande specifiche, che facciano anche parte del linguaggio parlato.
  3. Interviste che servono a scoprire qualcosa.
  4. Interviste che servono a incastrare qualcuno.
  5. Interviste che servono a far confessare qualcuno.

Nell’attacco di un’intervista si può ricorrere all’uso del virgolettato, o alla descrizione del luogo in cui si è verificata la vicenda che si vuol descrivere. Quest’ultima tecnica, se ben usata e studiata, può aumentare largamente la portata semantica di ciò che si sta descrivendo. Il montaggio sarà poi costruito dal giornalista che sceglierà i passaggi più evocativi dell’intervista.

La lezione continua con un laboratorio pratico che vede protagonista lo stesso Franco Fracassi e la vicenda che lo ha riguardato di persona, sul fermo in aeroporto da parte della polizia di Kiev.

Non stiamo più nella pelle, e diamo il via allo scorrere di ipotesi e domande studiando la vicenda in Ucraina per farci un’idea delle domande da fare agli esperti in materia di geopolitica o giornalismo d’inchiesta. Fracassi ci aiuta con l’esperienza e la serietà che lo contraddistingue.

Da oggi le pagine di cronaca estera avranno un altro peso nelle nostre letture. E chissà che fra le mete delle nostre vacanze estive non si pensi proprio a Kiev, antico snodo commerciale tra Costantinopoli e il nord est europeo, da cui traggono origine molte delle sue attuali contraddizioni.


NON PERDERTI NEANCHE UN WEEKEND DEL MASTER IN GIORNALISMO E GIORNALISMO RADIOTELEVISIVO: