«Non siete attori che devono recitare, ma giornalisti che devono raccontare». La lezione di Mimosa Martini

Mimosa Martini, in Italia, è la televisione. Giornalista professionista, inviata del Tg5, icona dello schermo, la Martini è stata la docente doc del quinto weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di Eidos Communication.

Come si realizza un telegiornale, come si sta in diretta, come si speakerano le notizie, qual è la differenza tra una macchia ed una voce. In due giornate di lezioni, tra aneddoti e risate, Mimosa Martini ci ha insegnato davvero cosa vuol dire fare giornalismo in tv.

«In un servizio televisivo il giornalista ha il compito di raccontare con la voce ciò che le immagini non raccontano. Ha il compito di portare il pubblico laddove è lui, dentro la notizia, e di trasmettere agli ascoltatori quelle emozioni che lui stesso sta vivendo».

Un servizio del telegiornale è composto da tre elementi fondamentali:

  1. testo,
  2. immagini,
  3. voce.

Può anche esserci uno stand-up ma l'importante è stare attenti che il servizio non duri più di 1 minuto, al massimo 1 minuto e mezzo.

A meno che non si tratti di una diretta, ci ha spiegato Mimosa Martini, quel che si manda in onda può essere distinto in servizio chiuso, macchia (o muto), e vivo. «A seconda della notizia che trattate, e di quanta importanza essa abbia, sarete in grado di scegliere quale format adottare per la messa in onda». Così, una volta selezionate immagini, riprese e testi, basterà soltanto montare e “confezionare” il pezzo, pronto per esser lanciato in tv.

L’ARTE DELLO SPEECH

Con il sorriso sempre sulle labbra ed una dizione perfetta, Mimosa Martini ci ha insegnato “l’arte dello speech”: come si legge un pezzo, come si evita di cadere nei tranelli, come si inseriscono le pause, come si respira durante la lettura. «Adesso proveremo insieme a registrare un pezzo sul maltempo a New York. Ognuno di voi si metterà alla prova ricordando sempre una cosa: non siete attori che devono recitare, ma giornalisti che devono raccontare».

Il primo giorno del quinto weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo è trascorso così, con prove pratiche ed esercitazioni vocali. Siamo stati attenti alla dizione, al tono, alle pause, alla punteggiatura. Armati di entusiasmo, abbiamo sfoggiato la nostra arte dello speech, aggiustandola di volta in volta grazie ai suggerimenti della Martini.

«La fortuna, quando fate lo speech di un pezzo, è che se sbagliate potete registrare nuovamente. Però non bisogna mai abusarne. Altro discorso, invece, è quando siete in diretta. Lì dovete essere in grado di sostenere una discussione potenzialmente all’infinito, o fin quando dallo studio non vi dicono che può bastare».

LO STAND-UP

In un servizio del tg esiste un momento in cui il giornalista si “fa vedere”: quello è lo stand-up. «Cadere nel tranello dello stand-up scorretto è davvero facile, per questo vi darò dei consigli per evitare di fare brutte figure». Con semplicità e brio, Mimosa Martini ci ha fatto immergere nel mondo dello stand-up e della diretta televisiva, mettendoci alla prova di volta in volta.

“La cosa più importante – ha ricordato – è che lo stand-up abbia un senso e sia giustificato. Innanzitutto bisogna trovare un luogo adatto, ad esempio per un fatto di cronaca potrebbe essere il luogo del delitto. Poi bisogna ricordarsi di non ripetere nello stand-up quel che si è già detto nel servizio, guardare dritto dinnanzi alla telecamera e parlare con sicurezza”.

Ci sono tanti trucchetti per non rischiare di far brutta figura, ci ha spiegato la Martini, come ad esempio non utilizzare occhiali scuri, non sbracciare e non mettere mai le mani in tasca. «Altro discorso per la diretta televisiva. Lì vale un’unica regola: in televisione, un istante di silenzio equivale ad un’eternità».

Il quinto weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di Eidos Communication si è concluso così, tra prove pratiche di diretta nostop e stand-up in fantasiosi scenari newyorkesi. E mentre ringraziavamo Mimosa Martini per l’esilarante due giorni trascorsa insieme (strappandole anche qualche foto), già pensavamo a cosa ci avrebbe riservato il prossimo weekend.


VERONICA CROCITTI
Giornalista di nera e giudiziaria, scrittrice, blogger. 
Nata nel freddo Nord, vive nella terra delle belle arance e dei mandorli in fiore da più di vent’anni. Siciliana nel cuore, ama viaggiare e scrivere. Ventisette anni, due lauree, tre lingue sul cv, ha lavorato anche a Washington, Roma e Parigi.
Tra le più grandi passioni: satira, gatti e caffè.


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