Inizia la XVI edizione del Master in Consulenza politica e Marketing elettorale.

Il 28 e 29 gennaio 2017 ha preso il via la XVI edizione del Master in Consulenza Politica e Marketing Elettorale di Eidos Communication.

La prima lezione, nella mattinata di sabato, l’ha tenuta il consulente politico e direttore didattico del Master Nicola Bonaccini.

Dopo le presentazioni di rito ci siamo subito immersi in una discussione sulla politica attuale e sull’importanza della comunicazione.

Il docente Nicola Bonaccini ricorda che il lavoro del politico è basato innanzitutto sull’immagine personale, quella che viene percepita dai potenziali votanti. Parliamo dell’applicazione dello storytelling, ovvero il mondo costruito dagli spin doctor attorno al politico.

La regola più importante nella comunicazione, così come nella politica, è che bisogna occuparsi dei bisogni quotidiani degli elettori per essere davvero rilevanti perché, soprattutto se non siamo una fonte autorevole, lanciando dichiarazioni fuori dai nostri temi diventiamo solo rumore.

Si è passati poi ad un excursus storico sulla nascita della propaganda e della comunicazione politica. Di particolare rilevanza è il fatto che, fin dall’antichità, tutti i movimenti e i partiti hanno sempre avuto tre caratteristiche in comune: un leader, uno o più nemici e dei simboli.

Dopo la pausa pranzo, passata tutti insieme, nel pomeriggio è stata la volta di Umberto Febbraro, esperto di comunicazione delle organizzazioni complesse e attualmente responsabile comunicazione presso la banca Etruria.

COME COMUNICARE

La sua lezione è stata incentrata sulla comunicazione istituzionale: la prima regola della comunicazione è che deve produrre risultati.

Un processo di comunicazione porta a modificare, costruire o mantenere atteggiamenti, opinioni e comportamenti in quei soggetti che possono ostacolare o favorire il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Va ben studiato il
destinatario, bisogna capire in che modo raggiungerlo e con quale messaggio.

La comunicazione attuale è sempre più legata ad un percorso bidirezionale attraverso cui un soggetto trasferisce a uno o più soggetti immagine, identità, messaggi, stili e informazioni; con a monte una fase di ascolto per cogliere feedback da parte dei riceventi.

In particolare le fasi del processo di comunicazione sono 4:

Ascolto (analisi)

Programmazione

Attuazione

Misurazione

Bisogna partire sempre dall’ascolto, facendo un’analisi dello scenario e del contesto. Poi si può definire l’obiettivo professionale di business e solo successivamente si vanno a studiare i propri stakeholder.

Per generare valore attraverso la comunicazione è necessario migliorare:

Visibilità, ovvero il livello di notorietà della nostra organizzazione o del nostro personaggio;

Immagine, ovvero la percezione (l’idea) che hanno di noi i nostri destinatari;

Coerenza tra atteggiamento e comportamento;

Reputazione, ovvero l’opinione che hanno i nostri interlocutori su di noi e in che modo sono disposti a diffonderla;

Identità, ovvero i valori del candidato, molto più importanti dei vari programmi elettorali.

Secondo l’opinione di Febbraro un buon esperto in comunicazione deve avere innanzitutto ottime capacità relazionali e di ascolto, poi c’è bisogno di saper negoziare e, per fare un buon lavoro, sono fondamentali tanta passione e grande umiltà.

I SONDAGGI ELETTORALI

Il secondo giorno di lezione è stato tenuto da Livio Gigliuto, direttore dell’Istituto Piepoli, che ci ha parlato di sondaggi elettorali.

I sondaggi di opinione sono condotti su un campione probabilistico di persone in base a: genere, età, posizione geografica, ampiezza delle città, professione, adesione a fedi religiose e voto espresso nell’ultima elezione politica.

Il margine d’errore massimo di un buon sondaggio è di circa il 2,5%.

Questi possono essere di tre tipologie in base al modello di somministrazione: CAPI (face to face) – CATI (telefoniche) – CAWI (via web); attualmente conviene fare un sondaggio in parte CATI in parte CAWI, per raggiungere diversi tipi di popolazione.

Poi abbiamo parlato di ricerche di mercato, che possono essere quantitative, come i sondaggi, oppure qualitative, come i focus-group e le interviste in profondità.

Il percorso ideale in fatto sondaggi politico-elettorali per creare una buona strategia dovrebbe essere temporalmente questo:

1 anno prima: svolgere un pre-test di scenario sul comune e i possibili candidati, anche per capire conoscenza e fiducia nei vari candidati.

6 mesi prima: fare un sondaggio pre-elettorale + focus group per definire i temi della campagna e i punti di forza e di debolezza dei vari candidati.

1 mese prima: commissionare un sondaggio pre-elettorale molto incentrato sui temi con cui chiudere la campagna.

Poi sarebbe utile, per il sindaco, realizzare un post test sulla fiducia dei cittadini ogni anno.

La lezione si è conclusa con un consiglio personale del prof. Gigliuto:

Il politico di oggi deve abbandonare il vecchio linguaggio politichese e deve imparare a parlare in modo chiaro e netto. Basta con le risposte troppo lunghe e, ancor di più, quelle vaghe e indefinite.”

Dopo aver risposto volentieri a questa e altre mille domande di una classe molto curiosa e proattiva. Gigliuto è andato via soddisfatto e noi ancora di più perché ci siamo lasciati con una certezza: quella aver imparato conoscenze pratiche dall’esperienza di veri professionisti.

Siamo solo all’inizio di questo fantastico viaggio, il secondo weekend di lezioni ci aspetta l’11 e il 12 febbraio.