Sarà più facile diventare giornalisti?

E' stata inviata oggi al Parlamento e al Governo la proposta di riforma che l'Ordine dei Giornalisti, l'istituzione che rilascia le patenti professionali utili ad intraprendere la professione di cronista, ha progettato riguardo sé stessa: insomma, si tratta di una proposta di autoriforma. Le novità, se questa riforma venisse approvata, sarebbero ampie e radicali: l'ordine dei giornalisti per come lo conosciamo sparirebbe, lasciando spazio a quello che i promotori chiamano “L'ordine del Giornalismo”. Sembra una differenza lessicale, invece è sostanziale: adeguandosi al tempo che cambia, l'ODG sta cercando di aggiornarsi tenendo conto dei mutamenti della professione. Vediamo quelle che potrebbero essere le principali novità in questo nuovo assetto. 

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Come si diventerà giornalisti

La prima e più importante linea di modifica sta nell'accesso alla professione. Si legge nelle linee guida: “All 'Albo del giornalismo professionale si accede superando un esame di idoneità (professionale), al termine di un percorso formativo costituito da: a) Una laurea almeno di primo livello conseguita nell'ambito dei Paesi dell'Unione europea in una qualsiasi disciplina, seguita da una successiva pratica giornalistica da svolgersi all'interno di un corso universitario annuale da attuarsi attraverso forme di controllo e vigilanza da parte dell 'Ordine del giornalismo; b) Master di giornalismo post laurea già riconosciuto dall 'Ordine”. Si nota dunque come potrebbe sparire l'obbligo di effettuare un praticancato professionale di almeno 18 mesi in una redazione, requisito diventato sempre più difficile al giorno d'oggi. 

L'elenco pubblicisti

Cambia anche l'elenco dei Pubblicisti, la seconda qualifica professionale a cui si possono iscrivere i giornalisti; le ipotesi sono due: se l'elenco pubblicisti sarà mantenuto, potrebbe essere cambiato così: “Per l'iscrizione ali 'elenco dei pubblicisti è necessaria una laurea di primo livello e lo svolgimento di attività giornalistica retribuita per un biennio il cui inizio coincide con la presentazione di apposita domanda corredata (…) anche da almeno una certificazione del direttore responsabile di una pubblicazione periodica, regolarmente registrata, comunque diffusa attestante l'avvio dell 'attività. Obbligatoria anche l'iscrizione ad un ente previdenziale”.

Un'unica professione

Entro due anni dall'avvio di questa riforma, l'elenco pubblicisti potrebbe essere chiuso del tutto: “In caso di opzione per l'Albo/Elenco Unico: a) Entro tre mesi dalla deliberazione del Cnog saranno trasferiti direttamente nel nuovo Albo del giornalismo professionale tutti gli iscritti nell' elenco dei professionisti. b) Potranno accedere all'esame di idoneità i giornalisti pubblicisti che abbiano seguito un corso di formazione specifico di sei mesi che l'Ordine predisporrà, almeno una volta all' anno, di intesa con il Miur e le Università. c) La richiesta di passaggio all'Albo del giornalismo professionale dovrà essere fatta entro cinque anni dalla delibera del Cnog”. In caso di opzione per l'albo unico, inoltre, dovrebbe “venir meno l'obbligo dell'esclusività professionale”, ovvero i giornalisti potrebbero non essere più obbligati a svolgere unicamente questa professione. Importante anche la creazione di “registri degli uffici stampa” regionali da parte degli ordini territoriali.  

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