Il fascino del giornalismo radiofonico

Il sesto weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di Eidos Communication è stato un viaggio a 360 gradi nel mondo della radio e del giornalismo radiofonico.

Marco Bracconi, capo servizio al desk di Repubblica.it, è stato il docente che, in questa due giorni nostop, ci ha illustrato meccanismi, regole e trucchi di tutto ciò che ruota attorno ad un microfono, ad uno studio, ad una trasmissione live. «Quando siete in radio dovete ricordare che esiste una regola fondamentale: essere autorevoli e friendly. Il buon giornalista radiofonico è quello che riesce a mantenere un equilibrio tra queste due sfere, non sbilanciandosi mai né da una parte né dall’altra».

Poiché in radio manca il contributo delle immagini, ci ha spiegato Bracconi, la voce diviene l’unico elemento in grado di attirare e mantenere alta l’attenzione del pubblico«La curva dell’attenzione ci dice che, dopo un tot di secondi, il radioascoltatore è portato a distrarsi. Se non si mettono in atto delle strategie per mantenere vivo il suo interesse, lui cambierà canale e voi avrete fallito».

«La radio è un meraviglioso strumento di comunicazione di massa in cui la voce la fa da padrone. La radio è sempre stata la compagna della quotidianità della gente, il sottofondo della vita e, seppur oggi sono cambiate le tecniche e le modalità, la sua funzione di informare ed intrattenere è rimasta immutata».

In poco più di una mattinata, Bracconi ci ha spiegato quali sono questi escamotage per non perdere il nostro pubblico. Prime fra tutti, le cesure fonetiche«Quando parliamo di cesure fonetiche, parliamo principalmente di cambi voce, cambi di suono. Alcuni esempi? Dare la parola al co-conduttore, dare la parola agli ospiti o agli inviati sul posto, far partire servizi redazionali, vox, lanciare la pubblicità».

La trasmissione in diretta

Attraverso esercitazioni pratiche ed excursus teorici, Marco Bracconi ci ha insegnato le basi per metter su un buon programma radiofonico: «Prendiamo come esempio una trasmissione in diretta di 20 minuti, suddivisa in due blocchi, con al centro la pubblicità. Come stilereste una scaletta funzionale, di modo che l’attenzione del pubblico non venga mai meno?».

«Consideriamo che l’attenzione del pubblico inizi a scemare dopo 40 secondi, è allora che dovrete inserire la prima cesura fonetica».

Simulando un live basato su un fatto di cronaca realmente accaduto, siamo stati in grado di scrivere una scaletta che comprendesse l’introduzione del conduttore, il lancio dell’inviato sul posto, il contributo di alcune schede tecniche già montate e “confezionate”, il dibattito con l’ospite in studio e l’intervista telefonica.

«Ricordatevi che, seppur dopo circa 40 secondi sia bene inserire una cesura fonetica, questo lasso di tempo può variare a seconda dell’importanza dei contenuti, dell’autorevolezza di chi parla e della capacità del conduttore di gestire la comunicazione».

Un elemento “difficile” e da non sottovalutare, ha poi ricordato Bracconi, è la pubblicità. Essa, infatti, rappresenta il momento in cui il radioascoltatore è portato a cambiare stazione e, nella peggiore delle ipotesi, a non risintonizzarsi più con voi. Come evitare questo? «Anche qui esistono diversi escamotage. Innanzitutto quello di creare attesa. Annunciare ma non svelare troppo, anticipare quello che ci sarà dopo, richiamare un collegamento o un nuovo ospite: ecco come il vostro radioascoltatore, nonostante la pubblicità, sarà comunque portato a rimanere con voi anche dopo. E questa sarà la vostra vittoria».

Come gestire gli ospiti e il pubblico

«Esistono diverse tipologie di ospiti, ma le categorie più difficili da gestire sono principalmente due: ospite facondo ed ospite dall’atteggiamento provocatorio». La seconda giornata del sesto weekend del master in giornalismo della Eidos si è incentrata sulle “figure” che possono comparire attorno ad un conduttore: ospiti e pubblico che telefona in diretta.

«Quando vi trovate di fronte ad un ospite che parla tanto, potete fargli un gesto chiaro per ricordargli di stringere il discorso. Certamente questo vale soltanto se siete in studio e l’ospite è lì con voi. Nel caso si tratti di un collegamento telefonico, la regola è una sola: aspettare la pausa di respiro e poi essere decisi».

La situazione cambia nel caso in cui ci si trova dinnanzi ad un ospite dall’atteggiamento provocatorio, ha spiegato ancora Bracconi: «In quel caso, un buon modo per uscirne può essere quello di anticipare un servizio redazionale, mandarlo in onda e poi cercare di parlare con l’ospite durante l’off air».

Una buona formula, invece, per interrompere un inviato? Qualcosa del genere: «Grazie Adriano, sappiamo che avevi tante cose da dirci. Ci risentiamo magari più tardi».

La parte finale delle lezioni è stata interamente dedicata al “filo diretto”, ossia quella tipologia di trasmissione radiofonica in cui gli elementi-chiave sono rappresentati dal conduttore, dal pubblico e dall’eventuale ospite in studio: «Anche in questo caso esistono delle tipologie diverse di ascoltatori che telefonano per fare delle domande: normale, competente, provocatorio, aggressivo, matto e impacciato”. A seconda di ogni categoria, ci ha spiegato Bracconi, il conduttore deve essere abile e pronto per identificare il suo interlocutore e gestirlo nel migliore dei modi.

Giornalismo radiofonico: un weekend pieno di consigli e spunti interessanti

Il sesto weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di Eidos Communication si è concluso così, tra prove di filo diretto e consigli su come diventare bravi giornalisti radiofonici. L’augurio è sempre quello di riuscirci, un giorno.


VERONICA CROCITTI
Giornalista di nera e giudiziaria, scrittrice, blogger. 
Nata nel freddo Nord, vive nella terra delle belle arance e dei mandorli in fiore da più di vent’anni. Siciliana nel cuore, ama viaggiare e scrivere. Ventisette anni, due lauree, tre lingue sul cv, ha lavorato anche a Washington, Roma e Parigi.
Tra le più grandi passioni: satira, gatti e caffè.


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